Inaugurazione venerdì 7 marzo 2014 alle ore 18.00 Bottega d'Arte della CCIAA di Chieti,
“Max Mandel è un occhio: sa vedere”
Henri Cartier-Bresson
E’ una mostra dal duplice titolo, L’altra metà del lavoro / Appunti di viaggio perché composta di due percorsi differenti eppure complementari. La prima parte raccoglie la ricerca del fotografo sul lavoro femminile, con una serie di intensi ritratti in bianco e nero, in cui lo sguardo fugge un approccio retorico per cercare l’umanità più autentica dietro il ruolo o la mansione. Persone, quindi, prima che professioni. Si va da Eleonora e Chiara, giovani musiciste, a Patrizia, parrucchiera; da Valdina, anziana contadina, a Laura, biologa; da Alfia, benzinaia, a Sara, addetta di ambasciata a Kabul. Fino a Carla, Francesca, Roberta, Alessandra, disoccupate. L’ambiente, gli strumenti e il prodotto del lavoro (o la sua assenza) non sono solo il contesto ma, come nelle tele rinascimentali, contribuiscono a costruire il senso profondo del ritratto.
In Appunti di viaggio, invece, Mandel coglie particolari minimi, invisibili a tutti fuorché a lui, e li traduce in immagini quasi astratte. Riflessi su un vetro o su una lamiera, giochi di luce e ombra su una parete, fiori in una vasca, aerei di carta in volo nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Immagini raccolte durante viaggi, dall'Europa, al Medio Oriente, all'Asia, dove si radicano le sue origini (in lui scorre sangue turco-afghano, ebreo ed europeo). “Il suo sguardo – scrive il curatore della mostra Giovanni Gazzaneo – è mosso dalla passione della bellezza del quotidiano. Capace di coniugare sapere e vedere, vuole offrirci della realtà non la superficie, che per quanto abbagliante è pur sempre scorza, ma l’essenza, la sua poesia più intima”. Nei ritratti in bianco e nero o nella meraviglia cromatica di un particolare, alla base degli scatti di Mandel è sempre la realtà. Lo aveva intuito subito il grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson, che nel 1990 dopo aver visto, quasi per caso, le immagini di Max Mandel scrisse di proprio pugno: “Sono stato sempre affascinato dalla realtà assoluta, questo rispetto per la verità quotidiana che solo il Realismo ci può dare. È scoprire un mondo nuovo, e un’arte di tutto rispetto, il vedere questa realtà dettagliata colta da Max Mandel, e accorgersi che è un’opera d’arte assoluta, e al tempo stesso una particella autentica della nostra vita quotidiana. Questa è la grande Arte, questo è il dono rarissimo”.
Accompagna la mostra, realizzata con la collaborazione del Comitato di Gestione della Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti, e di Crocevia - Fondazione Alfredo e Teresita Paglione, un catalogo di ottanta pagine, con un testo di Giovanni Gazzaneo.
“Siamo onorati di ospitare la mostra di Max Mandel, - afferma Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, con i suoi affreschi fotografici carichi di umanità e di struggente intimità. Con Mandel inauguriamo il rinnovato slancio delle attività della Bottega d’Arte presieduta da Aurelio Bigi. Oggi, anche con la crisi, - continua Di Lorenzo - l’investimento in cultura permette di dotarsi di quegli strumenti utili a fare economia, nuova economia; non c’è Made in Italy senza cultura”.
Cenni biografici
Max Mandel (www.maxmandel.it) è nato a Milano il 3 ottobre 1959. Fotografo e ricercatore iconografico, i suoi ambiti spaziano dalla ripresa e documentazione di opere d’arte, alle immagini di paesaggio, ai contesti urbani e architettonici. Nel corso della sua attività ha compiuto ripetuti viaggi in Europa, Asia e Americhe. Dal 1988 al 2005 ha curato la documentazione fotografica delle campagne di scavo (Giordania) e di restauro (Siria, Egitto) dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Impegnato nella divulgazione della storia della fotografia, si occupa con particolare riguardo del periodo della sua nascita e dei primi sviluppi nel XIX secolo. Alle fotografie di documentazione, affianca quelle di carattere artistico. La sua ricerca percorre più strade, confluite nelle raccolte: Appunti di Viaggio, L’altra metà del lavoro, Il Tigri e l’Eufrate, Viaggio in Italia, Ritagli di tempo, Decoupage, Cartoline da Street View. Fra le numerose esposizioni, citiamo: Museo d’arte moderna, Konya (Turchia), 1986; Il Torchio di Porta Romana, Milano, 1987, 1990, 1994; Villa Pasole, Feltre, 1993; Consolato Generale degli Stati Uniti d’America, Milano, 1996; Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco, Milano, 2001; Centro di Cultura Italo-Arabo Dar al Hikma, Torino, 2003; Zoom International Photographic Exhibition, Tokyo e Atami (Giappone), 2004; Museo Nazionale di Fotografia, Brescia, 2005; Università Selgiuchide, Konya (Turchia), 2007; Museo di Mevlana, Konya, 2008; Sala del Podestà, Rimini, 2008; Ambasciata d’Italia a Kabul (Afghanistan), 2008. Le sue fotografie figurano in volumi e pubblicazioni di case editrici italiane ed estere.
MAX MANDEL
L’altra metà del lavoro/Appunti di viaggio
a cura di Giovanni Gazzaneo
Chieti, Bottega d’Arte, Camera di Commercio (Corso Marrucino, 148)
7 marzo - 7 aprile 2014
Orari: dal lunedì al giovedì 17.00-20.00; dal venerdì alla domenica 10.00-13.00 e 17.00-20.00
Ingresso gratuito
INFO: tel. 0871 354308 – www.ch.camcom.it
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